Un cavallo di Troia per i cinesi?

Ericsson negli anni Novanta ha cooperato con la Regione Siciliana

Un accordo di lungo termine tra Ericsson e Huawei sulle licenze potrebbe permettere un rientro in Europa dei cinesi, dopo la loro progressiva emarginazione culminata negli anni della pandemia.

Ma oggi non è la Cina a destare sospetti, a suo tempo avvalorati dalla lenta applicazione delle raccomandazioni europee da parte dei governi, con conseguente irrigidimento della Commissione prima e l’esercizio del golden power da parte dell’Italia poi.

Si tratta proprio di Ericsson. Il gruppo svedese viene visto come un cavallo di Troia per i cinesi, che starebbero cercando di penetrare ancora in Europa, mettendo nuovamente a rischio la sicurezza delle sue reti. E’ proprio questo timore che ha scoraggiato l’introduzione di nuove e più sofisticate tecnologie in ambito Tcl.

Ericsson ha avuto stretti rapporti anche con le amministrazioni italiane e del Mezzogiorno. Alla fine degli anni Novanta del secolo scorso sviluppò una cooperazione con la Regione Siciliana e, nel 2001, il governo nazionale, attraverso il ministero delle Attività Produttive, autorizzò una delle divisioni del gruppo svedese, Ericsson Enterprise, alla realizzazione di un centro servizi a Napoli. (Sergio Scialabba)

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