
La nicchia delle vacanze di qualità ha meglio reagito alle difficoltà del mercato (un calo significativo del -25 per cento ma, comunque, contenuto rispetto al contesto generale -68, 6 per cento) facendo di necessità virtù nell’anno della più grande crisi mondiale del turismo (- 74 per cento negli arrivi 2020 vs 2019).
Nel 2020, tra i nostri connazionali che hanno scelto la soluzione del lusso accessibile e sicuro per le proprie vacanze, i siciliani sono quelli che hanno confermato il loro amore per la propria terra: tutti i turisti dell’isola che nel 2020 hanno scelto un affitto breve di una villa o casale di pregio per le proprie vacanze, secondo l’Osservatorio Emma Villas hanno scelto di godersi le meraviglie della regione.
Il perché di questa scelta? Sicuramente un’offerta notevole e di consolidata qualità, ma anche il fatto che si tratti di una soluzione che ha permesso di godere di servizi di altissima qualità in scenari mozzafiato, pur mantenendo il distanziamento sociale e il rispetto delle normative vigenti in termini di sicurezza.
A scattare la fotografia di questo trend è stata Emma Villas, leader nel settore del Vacation Rental, ovvero affitti brevi di ville e tenute di pregio, con 15 anni di esperienza come Tour Operator dell’incoming italiano, che ha messo a disposizione i dati del proprio osservatorio privilegiato sul settore, attraverso un campione rappresentativo di 30mila ospiti all’anno e 430 immobili gestiti in esclusiva
“Nell’ultimo anno, il turismo è stato tra i settori più colpiti dalla pandemia. Eppure, complice anche lo smart working e la voglia di riappropriarsi della propria libertà, il settore degli affitti di ville e casali di pregio ha saputo fronteggiare con forza la situazione.
Con le frontiere ancora parzialmente chiuse e il timore generato dalla prima fase dell’emergenza sanitaria, il merito va principalmente ai nostri connazionali che hanno riscoperto le bellezze del nostro Paese.
Se nel 2019 gli italiani a scegliere questo tipo di vacanze rappresentavano solo poco più del 13 per cento del totale, nel 2020 circa il 54 per cento delle prenotazioni sono state confermate da italiani.
A fare da traino nella passata stagione sono state: la Toscana in cui nel campione osservato sono state 1.600 le settimane prenotate, l’Umbria con oltre 500 settimane, le Marche e l’Emilia Romagna con circa 200 settimane.
Ma questo risultato è stato possibile anche grazie ai proprietari che ci hanno affidato in gestione le loro ville, rassicurati dagli investimenti fatti dell’azienda su sicurezza, innovazione e smart hospitality (per il self – check in ad esempio)” dichiara Giammarco Bisogno, Presidente e CEO di Emma Villas srl.
L’Osservatorio di Emma Villas, che ha proposto un focus anche sui 430 immobili gestiti in esclusiva nel 2020, evidenzia come i siciliani siano un popolo che ama le proprie radici: il 94 per cento dei siciliani possiede e affitta un immobile di pregio all’interno dei propri confini regionali. Circa il 47 per cento ha la seconda casa in provincia di Ragusa; il 20 per cento a Trapani, il 20 per cento a Messina e circa il 7 per cento a Caltanissetta, mentre solo il 6 per cento viene da fuori regione.
Quello dei proprietari siciliani è un dato che rivela ancora un grande potenziale di crescita di questo settore. “Nel nostro Paese – continua Bisogno – ci sono circa 2.400.000 tra immobili di pregio e ville e villini, ma una buona fetta risulta ancora inutilizzata quando invece potrebbe rappresentare una interessante voce d’entrata per le famiglie, soprattutto in un momento storico così delicato come quello che stiamo affrontando: stimiamo che affittando una villa per un periodo medio di 10 settimane un proprietario possa avere un ricavo tra i 15mila e i 70mila euro l’anno. Questi numeri lasciano trasparire come i proprietari di immobili di pregio possano trarre un grande ritorno dal nostro modello di business che comprende anche la possibilità di offrire un reddito annuo garantito attraverso il quale, ove necessario, supportare anche la ristrutturazione di proprietà che molto spesso rischiano di rimanere chiuse, poco manutenute e di perdere progressivamente il loro valore“. (Redazione)
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Economia, innovazione, turismo: tutti i nodi restano irrisolti (di Sergio Scialabba)