
In attesa della riapertura TheFork, app di prenotazione online dei ristoranti con 80mila partner in 22 Paesi tra cui 20mila indirizzi in Italia, ha analizzato l’andamento del settore nei mesi di chiusure parziali e totali per capire quali ne siano stati gli effetti e come affrontare la riapertura.
“L’industria della ristorazione è gravemente ferita da oltre un anno di mancata attività. In questi mesi ha però dimostrato una grande resilienza e capacità di aggiornamento attraverso la crescita della digitalizzazione. Siamo stati al fianco dei nostri partner con varie iniziative: abbiamo offerto la nostra piattaforma per pubblicizzare le loro attività di delivery gratuitamente, sviluppato le Gift Card (carte regalo), annullato le commissioni per le versioni più avanzate del gestionale e molto altro. Queste attività si sono tradotte in un investimento complessivo a livello globale di quasi 25 milioni di euro. E siamo già al lavoro per preparare al meglio la riapertura.” ha commentato Andrea Arizzi, Head of New Business di TheFork.
La riapertura dei ristoranti dopo la prima ondata ha visto risultati incoraggianti per il settore. A livello europeo, il comparto ha attraversato tre mesi difficili da marzo a maggio 2020. Tuttavia, durante i mesi estivi, il settore è riuscito a recuperare un numero accettabile di commensali rispetto al 2019, anche se inferiore agli anni precedenti a livello globale: -24 per cento a luglio, – 18 per cento ad agosto (dati interni TheFork).
Questa diminuzione può anche essere collegata al fatto che in alcuni mercati erano ancora in vigore restrizioni con una conseguente riduzione dei posti disponibili.
Questa ripresa, infatti, ha mostrato disparità geografiche e penalizzato soprattutto le grandi città, probabilmente perché private del turismo straniero.
Parigi, Lione, Madrid, Barcellona, Roma, Milano, Amsterdam, Rotterdam, Ginevra, Losanna, Lisbona, Porto, Bruxelles, Stoccolma, Copenaghen hanno segnato un -39 per cento (dati interni TheFork) a luglio e agosto.
Il decremento è stato complessivamente inferiore nelle aree turistiche europee (Brugges, costa belga, Mediterraneo / Atlantico / Bretagna (FR), Puglia, Sardegna, Campania, Den Haag, Haarlem, Algarve, Madeira, Baleares, Comunidad Valenciana, Andalucia, Vallese, La Riviera – CH) attestandosi complessivamente a -27 per cento a luglio e – 14 per cento (dati interni TheFork) ad agosto.
In particolare nelle località di villeggiatura italiane la performance estiva è stata particolarmente positiva al punto che nelle province di Ancona, Livorno e Siracusa e nella città metropolitana di Napoli è stata riscontrata una crescita percentuale dei coperti prenotati che risultano superiori al 2019.
Questa ripresa si è verificata soprattutto grazie alla popolazione locale e al turismo interno mentre sono calati drasticamente rispetto al 2019 i viaggiatori internazionali. Interessante notare che il numero totale di commensali non è diminuito drasticamente, il che significa che i clienti domestici hanno compensato la perdita di domanda internazionale.
Durante questi mesi, i ristoranti hanno dovuto reinventarsi diversificando la loro attività: i servizi di consegna a domicilio e take-away sono cresciuti. A oggi su TheFork il 10 per cento offre il delivery e l’12,5 per cento permette l’asporto.
Il covid-19 ha inoltre evidenziato l’importanza del digitale in un contesto globale in cui le relazioni fisiche devono essere limitate. Il 64 per cento (Sondaggio realizzato a dicembre 2020 su un campione di 2904 ristoranti in tutta Europa) dei ristoranti ritiene che gli strumenti digitali li abbiano aiutati nel corso della crisi.
Per quanto riguarda le misure messe in atto dal precedente governo per aiutare il settore, TheFork ha condotto nel gennaio 2021 un’indagine su oltre 1.000 ristoranti, per comprendere meglio l’impatto della pandemia sui livelli occupazionali nel settore della ristorazione. Sembra che il 52 per cento degli intervistati abbia applicato la cassa integrazione a tutto il personale, mentre quasi il 20 per cento lo ha fatto per più della metà del personale. Grazie a queste misure, circa il 70 per cento delle aziende è riuscito a non licenziare nessuno dei propri dipendenti. Purtroppo, il 24 per cento ha dovuto licenziare parte del personale, mentre il 6 per cento ha dichiarato di aver lasciato a casa tutto lo staff. Il 73 per cento dei ristoranti intervistati ha detto di aver ricevuto aiuti governativi, mentre il 27 per cento ha dichiarato di non aver ricevuto nulla. Dei ristoranti che hanno ricevuto aiuti finanziari, quasi tutti (92 per cento) si sono detti insoddisfatti e hanno trovato l’importo troppo basso per sopravvivere.
Nonostante il contesto, andare al ristorante è una delle esperienze che manca maggiormente agli utenti. In uno studio condotto da TheFork in Italia a Gennaio 2021 su oltre 5.000 utenti, il 52 per cento dei rispondenti ha dichiarato che appena possibile andrà al ristorante più che in passato e il 38 per cento ha dichiarato che lo farà anche se meno di prima, solo il 4 per cento ha detto che aspetterà la fine assoluta della pandemia.
Gli utenti sottoposti a una serie di domande sul rispetto delle regole di distanziamento si sono dichiarati attenti e disciplinati e, forse anche alla luce di questo, la metà degli intervistati ha dichiarato di sentirsi più al sicuro al ristorante che in visita da amici e parenti, mentre il 19 per cento ha detto di sentirsi più al sicuro nelle case di amici e parenti.
I consumatori hanno mostrato adattabilità alla situazione un po’ ovunque e tutto lascia presagire che continueranno a farlo. In Francia quando a ottobre 2020 è stato annunciato il coprifuoco alle 21.00, il 65 per cento delle persone (intervistate in uno studio che ha coinvolto su un i 5.000 utenti di TheFork), affermava che avrebbe volentieri anticipato l’orario della cena tra le 18.30 e 19:00 per rispettare le nuove regole.
In Italia, quando a febbraio 2021, molte regioni sono entrate in zona gialla, il numero di coperti prenotati a mezzogiorno è aumentato notevolmente, superando i livelli del 2019 e del 2020 (rispettivamente + 89 per cento e + 17 per cento). In Spagna, infine, gli utenti hanno cambiato spesso gli orari delle loro prenotazioni per adattarsi alle normative vigenti. Secondo i dati di TheFork, le prenotazioni per il pranzo sono aumentate di 5 punti negli ultimi mesi.
Secondo uno studio condotto a maggio 2020, attraverso Surveymonkey su un campione di 13mila utenti italiani acquista sempre più importanza la possibilità di prenotare tavoli all’aperto (59 per cento), mentre continuano a essere ritenute utili dagli utenti la comunicazione online delle misure di prevenzione messe in campo dal ristorante (molto importante per il 50 per cento degli intervistati), il menu digitale (molto importante per il 39 per cento degli intervistati), le recensioni dedicate alle norme anti-covid (30 per cento) e la possibilità di pagare da app senza contatto con il cameriere (22 per cento).
Infatti, i ristoranti con uno spazio all’aperto che storicamente tendono ad avere performance migliori, hanno recuperato leggermente più velocemente di quanti non ne avevano. (Redazione)