Shopping Center: modello in crisi

Veduta di un centro commerciale a Carini

L’Osservatorio Permanente Confimprese-Ey sui consumi di mercato analizza i dati di novembre 2021 sullo stesso mese 2019 e porta l’asticella a segnare -13 per cento.

Il benchmark tiene conto del 2019 come anno di riferimento, in quanto il confronto col novembre 2020 (pari al +131 per cento) non darebbe un quadro veritiero e corretto per via delle restrizioni applicate durante l’emergenza pandemica a fine 2020.

Permangono, inoltre, le incertezze sul rialzo dell’inflazione che scuote le economie mondiali e sulla cui transitorietà i pareri dei banchieri internazionali si dividono cui corrisponde un’incertezza politica e conseguenti misure di stimolo da adottare.

Il progressivo anno mostra comunque un +14 per cento vs 2020, ma ancora un pesante gap sul 2019 pari al -24 per cento, che la dice lunga sulle difficoltà del settore. 

Forti differenze fra settori di attività, dove abbigliamento/accessori sono ancora pesantemente sotto nel progressivo vs 2019 con -27 per cento e anche nel mese sono il settore più penalizzato in flessione del -21 per cento vs 2019.

La ristorazione è il settore con le peggiori performance sul progressivo, -30 per cento vs 2019, ma mostra maggiori segnali di dinamicità nel recupero con -12 per cento sul 2019 nel mese di novembre.

Infine, la buona notizia arriva dal non food, che ha quasi chiuso il gap vs 2019 con un -2 per cento sul progressivo anno e registra un dato positivo sul mese (+8,8 per cento) rispetto al 2020, grazie al positivo effetto di alcune categorie e operatori come quelli legati alla casa e alla tecnologia.

Quanto ai canali di vendita, il trend più brillante arriva dalle location di prossimità (zone periferiche delle metropoli e shopping area delle città di provincia), che chiudono novembre con un (-13 per cento), 11 punti meglio rispetto alla media Paese sul progressivo vs 2019. 

Continua il trend negativo del travel, che rimane il più penalizzato vs 2019 sia sul mese -26 per cento sia sul progressivo anno -49 per cento e -25 punti percentuali meno della media Paese. Il travel risente anche della quarta ondata, che ha portato alla cancellazione di migliaia di viaggi già prenotati. 

Male anche i Centri Commerciali, che chiudono novembre a -19,4 per cento su novembre 2019 e a – 31,9 per cento sul progressivo anno vs 2019.

Andamenti simili si riscontrano anche per le high street in flessione del -19,3 per cento vs 2019 nel mese e del -26 per cento nel progressivo anno.

Nelle aree geografiche è sempre il Sud a soffrire meno, sia nel mese (-5 per cento) sia nel progressivo anno (-15 per cento) vs 2019.

L’area Centro chiude novembre a -13 per cento e il progressivo anno vs 2019 a -24 per cento. Un andamento simile si riscontra al Nord-ovest rispettivamente a -13 per cento e -26 per cento.

Fanalino di coda il Nord-est con un mese di novembre a -20 per cento e un progressivo anno a -31 per cento.

La fotografia di novembre – afferma Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese – delinea un rallentamento rispetto al mese di ottobre che, con un -6 per cento vs 2019, era stato il mese migliore da marzo 2020 e aveva fatto sperare in un pieno imminente recupero.

Si assiste, dunque, a una parziale battuta di arresto sulla strada del recupero dei livelli pre-pandemia che mostra come, anche in assenza di restrizioni, le preoccupazioni dei consumatori per la crisi sanitaria e le prospettive economiche pongano serie limitazioni a una piena ripresa.

Secondo una nostra ricerca consumatori sulle propensioni di spesa natalizia, su questa incidono sia il pessimismo per i prossimi mesi, tornato ai livelli di febbraio/marzo di quest’anno, sia gli acquisti effettuati durante il Black Friday, in cui quasi una famiglia su tre ha approfittato degli sconti per comprare i regali di Natale e per il 24,2 per cento questo avrà un impatto consistente sugli acquisti natalizi».

Quanto alle aspettative di vendita sul Natale da parte delle aziende, anche se si registrasse un aumento del 30 per cento vs 2020, il livello 2021 vs 2019 sarebbe comunque pari al -22 per cento a causa del forte decremento nel 2020 rispetto al 2019 (-40 per cento in media). 

Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di Ey in Italia, commenta: “Rispetto alla crescita del mese precedente (circa +10 per cento), osserviamo un rallentamento nel mese di novembre dove le vendite risultano essere in linea a quelle del mese di ottobre.

Particolarmente colpiti sono il settore abbigliamento e il canale dei Centri Commerciali, i cui dati sono rimasti ‘flat’ rispetto a quelli di ottobre.

Confermato il buon andamento nelle aree non metropolitane che questo mese registrano vendite simili a quelle del novembre 2019 rispetto alla media nazionale che registra -13 per cento, a dimostrazione che i consumatori continuano a privilegiare anche nel periodo precedente al Natale i negozi di prossimità”.

Nell’analisi del mese di novembre 2021 vs novembre 2019 solamente la Puglia registra un trend positivo (+6,5 per cento) mentre le altre che seguono rilevano trend ancora negativi nell’arco temporale di riferimento.

In particolare, poco distanti dalla regione pugliese seguono Abruzzo (-2,9 per cento), Calabria (-4,2 per cento) e Sicilia (-7,6 per cento).

Tra le peggiori troviamo Veneto (-22,9 per cento), Umbria (-21,4 per cento) e Marche (-21 per cento). Sempre con segno negativo seguono Friuli-Venezia Giulia (-20 per cento), Emilia-Romagna (-18 per cento), Trentino-Alto-Adige (-17,3 per cento), Toscana (-15,6 per cento), Piemonte (-14,2 per cento), Lombardia (-12,3 per cento), Liguria (-12 per cento), Lazio (-10 per cento), Campania (-9,9 per cento) e Sardegna (-9,2 per cento).

L’analisi per città rileva il primato di Napoli che chiude novembre 2021 vs novembre 2019 a +5 per cento e si aggiudica il primo posto tra le città prese in esame.

Le altre città registrano, invece, trend negativi rispetto al medesimo arco temporale di riferimento: Roma (-11 per cento), Milano e Palermo (-13 per cento), Torino (-19 per cento), Genova e Firenze (-21 per cento). I valori peggiori si registrano nell’ordine a Bologna (-33 per cento), Verona (-30 per cento) e Venezia (-27 per cento).

L’analisi per province a novembre 2021 vs novembre 2019 evidenzia Bari in testa (+10 per cento), a seguire Novara (+1,2 per cento). Le altre province prese in esame registrano invece trend negativi: Catania (-6 per cento), Varese (-6,9 per cento), Brescia (-8,7 per cento), Roma (-9,8 per cento), Caserta (-10,6 per cento), Milano (-11,9 per cento), Napoli (-12,2 per cento), Monza e della Brianza (-12,7 per cento), Bergamo (-13,6 per cento), Palermo (-13,7 per cento), Udine (-17,3 per cento), Genova e Torino (-18,7 per cento). Raggiungono i valori più bassi le province di Bologna (-27,9 per cento), Venezia (-24,2 per cento), Verona (-22,9 per cento), Firenze (-21,2 per cento) e Padova (-20,9 per cento).

È evidente che i cambiamenti imposti dalla pandemia sulle abitudini dei consumatori e la crisi di particolari segmenti si riflettono sull’andamento dei Centri Commerciali. Proprio quel modello, che unisce food, leisure & shopping, nonostante il rigore nell’adottare le misure di contenimento dei contagi, subisce significativamente gli effetti di una crisi e di un cambiamento strutturali. (Redazione)

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