
Era la fine del mese di maggio del 1991 e, da 3 giorni, a Milano i sindacalisti del Cildi, che contavano un certo numero di iscritti anche tra i tranvieri dell’Atm, l’azienda che fa viaggiare non si sa quanta gente ogni giorno nella operosa metropoli lombarda, bloccavano la sede di via Palmanova impedendo l’ uscita degli autobus.
Il sindaco di allora Paolo Pillitteri fu protagonista di uno sconto verbale senza precedenti, soprattutto perchè andato in onda in tv nel corso di un servizio a cura del giornalista Antonello Sette in un talk show delle reti Fininvest.
Il primo cittadino socialista usò toni molto duri contro i sindacalisti e, in particolare, verso un loro rappresentante, Giuseppe Mannino, di origini meridionali. Pillitteri giudicò i toni di un documento “fascisti e razzisti“, alludendo alla contiguità politica degli autonomi con la Lega Nord, all’epoca in fortissima ascesa.
“Col suo braccialetto d’oro” disse anche il sindaco, irritato dal metodo considerato ricattatorio e intimidatorio per ottenere risposte dall’amministrazione, ovvero alcune roulotte posteggiate davanti al deposito.
In meno di un anno sarebbe scoppiata Tangentopoli, l’inchiesta che distrusse partiti e carriere partendo proprio da Milano e quel clima e quei toni in Italia sarebbero diventati la regola. (Sergio Scialabba)
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