Quella volta che a Yorkville

Joseph Mindszenty Dutch National Archives, The Hague, Fotocollectie Algemeen Nederlands Persbureau (Anefo)

A Yorkville, un bel quartiere nell’Upper East Side di New York, una famosa residenza in stile federale ospita dal 1966 la American-Hungarian Library and Historical Society, in quella che è chiamata Little Hungary, una di quelle comunità che Oltreoceano riuniscono gli immigrati provenienti da tutto il mondo per ricominciare dalla Grande Mela.

Un portico in metallo reca una targa in ungherese e in inglese che ricorda il cardinale Joseph Mindszenty aver visitato quel posto il 7 maggio 1974.

Mindszenty fu un indomito oppositore dei due totalitarismi che rovinarono il mondo nel secolo scorso, quello di matrice nazista e l’altro, non meno pernicioso, di matrice comunista, in Europa orientale.

Mindszenty fu torturato e tenuto prigioniero dal partito comunista in Ungheria tra il 1949 e il 1956, poi fu liberato durante la rivoluzione ungherese del 1956 e ottenne asilo politico dall’ambasciata degli Stati Uniti a Budapest. Visse lì per i successivi 15 anni. Gli fu finalmente permesso di lasciare il paese nel 1971 e morì in esilio nel 1975 a Vienna, in Austria. La distanza dai due opposti estremismi fu uno dei principi ispiratori dell’opera di tanti cristiani tra i quali Santo Giovanni Paolo II, il Papa che il comunismo lo fece crollare. (Redazione)

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