Nascerà una scuola di antichi mestieri

la tradizione è un patrimonio inestimabile

(Carmela Corso) Riscoprire il passato per guardare al futuro. È quanto si propone di fare Regione Sicilia che, attraverso il decreto n. 5898 dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana dello scorso 30 novembre stanzierà quasi un milione di euro destinato alla creazione di una “Scuola degli antichi mestieri e delle tradizioni popolari” completa di arredi, attrezzature e spese di l’avvio e promozione.

«É un primo segnale – ha poi aggiunto il presidente della Regione, Nello Musumeci – che intende coltivare la memoria storica di un territorio, le radici di una regione e di una comunità. Ma anche per restituire valore al lavoro manuale, che ha la stessa dignità delle altre professioni. Con l’occasione contribuiamo anche al salvataggio delle vecchie botteghe artigiane che ormai stanno scomparendo».

Vengono dal passato nuove opportunità lavorative?

Il provvedimento, che coinvolge 19 Comuni isolani (Ficarazzi, Lercara Friddi, Valledolmo per la provincia di Palermo), intende promuovere ed adeguare i mestieri della tradizione siciliana aprendo la strada a sbocchi occupazionali. I settori  interessati riguardano le tradizioni legate alle attività agricole e marinaresche, alla lavorazione della pietra, alla costruzione dei carretti e dei pupi siciliani, passando per i maestri d’ascia,  i cantastorie, i canti popolari e la cucina. L’Assessorato ha già definito la graduatoria dei progetti presentati preventivando l’erogazione di una prima  dell’importo totale, pari all’80 per cento, riservandosi di suddividere lo stanziamento della rimanente parte nel corso del 2019, in due tranche del valore di 916.906,25 euro.

«Da parte del governo – ha poi aggiunto l’assessore regionale dei Beni culturali, Sebastiano Tusa – c’è grande attenzione per gli antichi mestieri e il recupero delle nostre tradizioni. Un settore che negli ultimi anni è stato dimenticato o talvolta, ingiustamente, relegato a fenomeno marginale e lontano dalla sua dimensione culturale. É una delle azioni del governo Musumeci che possono ridare la giusta dignità a memorie della nostra terra che rischiano di scomparire definitivamente, cancellando l’identità di un intero popolo»

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