L’uva deve al mese di Maggio

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Un nuovo ciclo si è concluso e, alle porte di una nuova stagione vendemmiale, momento cruciale per ogni viticoltore che delinea i risultati di un intero anno di lavoro, l’azienda di Santo Stefano di Valdobbiadene Col Vetoraz esprime le sue considerazioni sull’andamento dell’annata.

“La produzione del territorio del Conegliano Valdobbiadene Docg – spiega Loris Dall’Acqua, amministratore delegato ed enologo dell’azienda –  quest’anno è stata condizionata dal meteo del mese di maggio. Non è sicuramente questa un’annata abbondante in nessun luogo del territorio, ma si è registrata una netta distinzione tra i vigneti con fioritura leggermente anticipata, e quelli a fioritura posticipata.

I vigneti posti nelle aree storicamente a fioritura anticipata hanno gemmato prima e proprio in corrispondenza del periodo di maltempo, ciò ha comportato una inferiore legagione dei fiori.

Alle porte una nuova stagione vendemmiale e per l’azienda di Santo Stefano di Valdobbiadene Col Vetoraz si annuncia una qualità delle uve di livello eccezionale

Nelle aree dove invece, per la diversa posizione o per l’altitudine, la fioritura è normalmente posticipata, questa è avvenuta in un periodo coincidente con un meteo nettamente migliore, che ha comportato una legagione dei fiori e una produzione regolari”.

Si può pertanto disegnare – continua Dall’Acqua- osservando l’intero territorio, una sorta di curva di livello: i livelli più inferiori nelle aree dove la fioritura, per cause normali climatiche è stata anticipata presentano una condizione, il resto del territorio presenta una condizione diversa”.

La qualità delle uve non è condizionata dagli eventi atmosferici e di fioritura ma, quest’anno, si annuncia un livello di qualità eccezionale.

Pur essendoci stato un periodo caldo tra fine luglio e inizio agosto, ma di breve durata non oltre le due settimane, le viti non sono andate in sofferenza idrica, dunque non è stato deleterio per la pianta e non è stato determinante per il risultato qualitativo.

Le temperature elevate sono, comunque, dannose dal momento dell’invaiatura in poi.

Da noi – conclude Loris Dall’Acqua – l’invaiatura è iniziata verso la metà di agosto ed è coincisa con il cambiamento climatico; da metà agosto infatti le temperature si sono abbassate, le giornate si sono accorciate e le notti allungate. Durante la notte si registra un notevole abbassamento di temperatura che determina un’escursione termica giorno/notte ben marcata; queste sono le condizioni perfette per un’ideale maturazione della vite; se questo trend dovesse proseguire fino al momento della vendemmia, potremmo probabilmente aspettarci un’annata di quelle veramente promettenti”.  

Vero è che nel corso dell’annata ci sono state anche condizioni meteo sfavorevoli, grandinate sparse sul territorio, che, pur avendo purtroppo recato danno a specifici vigneti colpiti, come sappiamo non sono mai molto estese quindi non compromettono la situazione dell’intero territorio.

Ricordando la saggezza di un proverbio popolare che recita così: “La grandine non crea carestia, ma la siccità crea carestia” si comprende come le situazioni climatiche rischiose siano altre, come appunto l’estremo calore o la siccità; pertanto si può concludere che a livello territoriale la stagione sta procedendo molto bene. (Redazione)

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Vendemmia: per Col Vetoraz l’annata promette bene