

Vetrina della città, ma vetrina appannata. Politeama, Libertà, Montepellegrino, Malaspina e Palagonia compongono l’ ottava Circoscrizione.
La città gattopardesca, della nuova borghesia che dal vecchio centro si sposterà verso i Quattro Canti di campagna. E, poi, vedrà cancellare – scelte scellerate – ogni traccia del bello legata al passato, quando una nuova classe dominante guiderà un nuovo ciclo, con la distruzione delle leggendarie ville liberty di cui villa Deliella, in piazza Croci, è stata una sintesi: progettata da Ernesto Basile per la famiglia dei principi Deliella, i coniugi Anna Drogo di Pietraperzia e Nicolò Lanza, un ramo dei Lanza Branciforte, completata dal costruttore Salvatore Rutelli con gli arredi dello studio Ducrot.
Fino a non poco tempo fa c’era un parcheggio. Oggi sembra il commercio a vedere un passaggio di potere dalle famiglie locali alle grandi firme della moda internazionale, capaci di imporre scelte alle amministrazioni pubbliche grazie a un potere del quale il pagamento di canoni d’ affitto spaventosi è il meno.

Il salotto, una volta, era la via Ruggero Settimo. Oggi premono su di essa i turisti mordi e fuggi attratti dai locali gastronomici di via Maqueda. Sporca e incasinata, via Ruggero Settimo è in cerca di identità, perchè il lusso è scivolato verso piazza Croci, in quel tratto di via Libertà dove, però, adesso non c’è più uno solo dei bar di lusso chiusi da secoli: Roney, Caflish, bar del Viale.
E in tanti dicono che non c’è dove sedersi. Eppure, proprio quest’area con le limitrofe via XX settembre e via Villafranca séguita ad ospitare la borghesia colta, raffinata e di provincia. Ancora incredula di fronte al sacco di Palermo della seconda metà del secolo scorso, continua a tenere le fila di ogni cosa in quei piccoli e sofisticati centri di potere che sono salotti e studi professionali.
Élite attentissima a mantenere saldo il rapporto, anche spirituale, con le radici, che restano nei latifondi della Sicilia interna. Il centro non è solo laboratorio ma anche cantiere. Aperti quelli dell’ anello ferroviario, in progettazione il completamento delle linee tranviarie. Le opere pubbliche, come sempre, tengono chiuse le strade e aperte le discussioni.
E qui, dove sono localizzati, con le stazioni Lolli e Notarbartolo, i più importanti snodi cittadini, e dove sfrecciano i malconci navettoni della linea 101 dell’ Amat, la discussione si fa politica perchè la politica è sempre al centro dei discorsi nei baretti alla moda all’ ora dell’ aperitivo. Le ville più rappresentative sono da queste parti, a cominciare da Villa Trabia con la biblioteca multimediale sempre piena di studenti immersi nella lettura in un’atmosfera unica.

Ma l’ ottava Circoscrizione è anche il Cantiere Navale più importante del Mediterraneo, anche se in decadenza, il mercato ortofrutticolo più importante dell’ Isola la cui atmosfera si replica nella vicina via Montalbo, popolarissima e peculiare; la Fiera del Mediterraneo che, di fatto, non esiste più nella forma in cui era stata ideata. E, quindi, questa parte della città popolosa, elegante, la più vicina al modello europeo, non è solo una vetrina ma è composta di vetrine, e nella vicinanza geografica tra il Borgo Vecchio e via Libertà diventa occasione di confronti e semplificazioni. Oggi è metafora della crisi complessiva della città e, una volta che il vento sarà girato, non potrà ripartire che da qui. (Sergio Scialabba)