
Nella capitale della Sicilia hanno chiuso, negli anni, quasi due terzi delle edicole. In molti casi erano antiche e belle, presìdi sul territorio importanti, punti di riferimento per chi avesse bisogno di una informazione, gestite da persone familiari al quartiere. Una notte bianca – organizzata dal Sindacato nazionale giornalai d’Italia – ha consentito di accendere le luci su un fenomeno che dipende, in primo luogo, dal calo impressionante delle vendite dei giornali cartacei.
Ormai da quando, negli anni 90, è iniziata questa flessione siamo giunto a meno 60 per cento. Molti giornali online – peraltro gratuiti – hanno raggiunto alti livelli di qualità e professionalità. Fanno quindi una concorrenza spietata a giornali tradizionali. Questo sposta il pubblico da un supporto ad un altro. E vale, soprattutto, per le nuove generazioni che cominciano ad accostarsi all’informazione praticamente senza avere mai conosciuto la carta.
Si aggiunga un dato culturale di fondo: in Italia si legge poco. Una delle soluzioni, e ne sono state sperimentate tante, è quella di permettere alle edicole di rendere servizi pubblici. Una interessante sperimentazione riguarda molte città italiane dove, grazie a convenzioni stipulate con i comuni, si possono richiedere certificati: residenza, cittadinanza, stato civile. Una proposta, in tal senso, è stata lanciata da Maria Astone presidente del Corecom Sicilia, nel corso di un convegno tenutosi presso il Palazzo dei Normanni. Uno degli aspetti più interessanti di queste intese è la spinta decentralizzazione dei servizi. Uno sportello molto vicino al cittadino gli risparmierebbe lunghe code negli uffici comunali. Che esasperano, tante volte, sia gli impiegati che gli utenti. (Sergio Scialabba)