Laura Giordano elegante, Celso Abelo appassionato (di Marta Romano)

Celso Abelo (Arturo) e Laura Giordano (Elvira) ph © rosellina garbo 2018

di Marta Romano

Opera bellissima e fulgido esempio di bel canto, “I Puritani” di Bellini hanno entusiasmato il pubblico numeroso della “prima” di venerdì scorso al Teatro Massimo. Ultima fatica operistica e capolavoro del compositore catanese, quest’opera è programmata raramente nei cartelloni italiani e internazionali per l’eccezionale difficoltà esecutiva della scrittura vocale (famigerati e temuti i sopracuti dei protagonisti Elvira e Arturo). Per questa ragione e per la scelta di un ottimo cast l’edizione palermitana è un’occasione da non perdere. Diretta da Jader Bignamini, nell’allestimento con regia, scene e costumi firmati da Pierluigi Pier’Alli, regia ripresa da Alberto Cavallotti, “I Puritani” del Massimo hanno un cast azzeccato che schiera per i ruoli del “quartetto” protagonista il soprano palermitano Laura Giordano nella parte di Elvira (per le repliche vi saranno la spagnola Ruth Iniesta e l’anglo australiana Jessica Pratt), il tenore di Tenerife Celso Albelo per il ruolo di Arturo, il baritono coreano Julian Kim nella parte di Riccardo e il basso Nicola Ulivieri in quella di Giorgio Walton.

“I Puritani”, il cui libretto fu scritto da Carlo Pepoli, patriota in fuga, è un melodramma romantico d’ispirazione storica, ambientato nell’ Inghilterra del XVII secolo al tempo di Oliver Cromwell. La trama è incentrata sulla storia d’amore di Elvira e Arturo, sullo sfondo politico che vede lo scontro tra gli Stuart e i Puritani. Quando Elvira pensa di essere stata abbandonata da Arturo impazzisce. Ma, a differenza della maggior parte delle opere serie, la vicenda ha un lieto fine con il ricongiungimento dei due protagonisti. Passione, tradimenti, patriottismo sono gli ingredienti dell’opera valorizzati da questa edizione.

Ma i veri punti di forza sono i cantanti. Il pubblico li apprezza con entusiasmo, non lesinando frequenti applausi a scena aperta. Intensa ed espressiva l’Elvira di Laura Giordano, strepitosa nella scena della follia alla fine del primo atto. Dotata di un’ottima padronanza tecnica, il soprano palermitano affronta con sicurezza gli acuti, sempre morbidi e legati, regalando al pubblico un’interpretazione elegante e carica di dolcezza. Al suo fianco, Celso Albelo è un Arturo coraggioso e appassionato che affronta con sicurezza gli acuti iperbolici, anche se un po’ nasale in alcuni passi. Possente e vigorosa la voce di Julian Kim nella parte di Riccardo, amato non corrisposto. Nicola Ulivieri che recita Giorgio, zio e confidente di Elvira, associa ad un canto ricco di colore una presenza scenica di impatto. La regia essenziale, con un allestimento tradizionale, giocato sui colori del blu e del nero, punta su una chiave di lettura allusiva e simbolica.

Sul podio dell’Orchestra, come del validissimo Coro della Fondazione palermitana, preparato da Piero Monti, il direttore Jader Bignamini convince per la leggerezza del gesto, mettendo in risalto il lirismo della partitura belliniana. Repliche fino al 19 aprile.

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