La Francia guiderà la rinascita di Beirut

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Nonostante mancassero ancora diverse ore all’inizio ufficiale, previsto alle 16 ora locale (le 15 in Italia), molte persone si erano già radunate a Beirut sulla Piazza dei Martiri in vista della manifestazione indetta per giorno 8 agosto da diversi gruppi di attivisti per protestare contro malgoverno e corruzione dopo la terrificante esplosione di martedì che ha distrutto mezza città.

Sulla piazza c’era palpabile aria di tensione e i primi scontri tra manifestanti e polizia davanti al Parlamento nella notte tra giovedì e venerdì lasciavano presagire ciò che poi si è verificato. Nel grande spazio, già teatro di diversi raduni di massa a partire dall’ottobre scorso per protestare contro una gravissima crisi economica, allestiti dei gazebo mentre le fotografie di alcune delle vittime sono state incollate alla base del monumento.

Attivisti di vari comitati di protesta hanno percorso in auto le strade dei quartieri devastati lanciando appelli con megafoni e distribuendo volantini per chiamare i cittadini a partecipare in massa alla manifestazione. Dopo una giornata di guerriglia il bilancio è la morte di un poliziotto e centinaia di feriti con sassaiole, lacrimogeni, assalti a ministeri ed edifici in fiamme. Moltissimi i giovani che hanno preso parte alle proteste. 

Il premier ha chiesto elezioni anticipate. Nei giorni scorso il presidente francese Emmanuel Macron, con una visita lampo, ha rimarcato il ruolo dell’Occidente in Libano dove necessita, adesso, il sostegno della comunità internazionale sotto ogni profilo e, probabilmente, una maggiore attenzione della Chiesa Cattolica. Il cardinale e patriarca Béchara Raï ha proposto che il fondo per la ricostruzione sia gestito dalle Nazioni Unite. (Redazione)

 

 

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