
La maggioranza delle persone dipendenti da Internet ha, più specificamente, una dipendenza dai giochi. La dipendenza dai videogames ha effetti importanti sullo stile di vita e sulla salute delle persone.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente rivisto la sua classificazione internazionale delle patologie per la prima volta in 28 anni, aggiungendo anche la dipendenza dai giochi tra le dipendenze comportamentali.
La nuova classificazione sarà valida dal 2022. Il caso più eclatante viene dall’Oriente. Sono infatti quasi un milione i bambini e i ragazzi giapponesi che presentano una dipendenza da internet. E’ l’Askanews a riportare la notizia riferita dall’ agenzia di stampa Kyodo.
La stima è stata elaborata dal ministero della salute, del lavoro e del welfare nipponico, sulla base di una rilevazione che ha coinvolto molte scuole medie inferiori e superiori. Il numero stimato è, più precisamente, di 930mila ed è quasi il doppio di un’analoga stima che era stata preparata nel 2013 e che si era fermata a 510mila.
Questa situazione preoccupa il ministero, perché la dipendenza dai servizi online – in particolare dai giochi – ha degli effetti importanti sulla socialità e sulla salute dei giovani. La ricerca ha anche evidenziato che le studentesse hanno superato i maschi per numero e che i principali servizi responsabili di questo boom sono i giochi via smartphone e i social network.
Lo studio ha dimostrato che in Giappone il 10,6 per cento degli studenti di scuola media inferiore e il 14,3 per cento delle studentesse utilizza internet in maniera ossessiva. Tra gli studenti delle superiori, il dato è 13,2 per cento per i ragazzi e 18,9 per cento per le ragazze.
Le caratteristiche della persona dipendente dai giochi includono la mancanza di controllo del tempo passato davanti ai videogame, la priorità data ai giochi rispetto alle altre attività quotidiana, il fare dei videogame il fulcro della propria stessa vita per lunghi periodi di tempo.
Talvolta questa forma di dipendenza può essere collegata a uno stile di vita di reclusione in casa, che è indicato come hikikomori e che è considerato come una malattia a sua volta. (Redazione)