Italia Ucraina forte legame

ph Alexander Krivitskiy on Unsplash

L’Italia è il primo Paese europeo per presenza di cittadini ucraini; in base ai dati Eurostat disponibili, il 28 per cento dei residenti ucraini in Europa risiede nel nostro Paese.

In particolare, il 77 per cento degli immigrati ucraini si concentra in quattro nazioni: Italia (28,6 per cento), Rep. Ceca (17,9 per cento), Germania (16,7 per cento) e Spagna (13,5 per cento).

In Ucraina i cittadini di religione cattolica sono 4 milioni su circa 46: molti se si rapportano, per esempio, alla Russia, dove i cattolici sono meno di 800mila su 145 milioni. L’Italia è un paese cattolico, pertanto culturalmente affine.

I dati Istat riportano come, al 2021, gli Ucraini in Italia siano 236 mila e rappresentino quasi il 5 per cento del totale stranieri. Si tratta, nella maggior parte di casi (77,6 per cento), di donne in età lavorativa.

Infatti, l’analisi della classe d’età evidenzia come la maggior parte della popolazione ucraina abbia tra i 15 ed i 64 anni (80,4 per cento), mentre i bambini siano minoritari (8 per cento), così come gli anziani (11,6 per cento).

Si tratta, quindi, di immigrati in età lavorativa che prediligono il nostro Paese. Inoltre, la forte componente femminile evidenzia un altro aspetto: sono le donne ad arrivare in Italia per lavorare.

La spiegazione di questi dati demografici è data dalla tipologia di lavoro scelto, nel 65 per cento dei casi nei servizi alle persone.

Come riportato nel terzo Rapporto sul Lavoro Domestico dell’Osservatorio Domina, il 15 per cento di tutti i lavoratori domestici è ucraino (92.160), è quindi il lavoro di cura (il fenomeno “badanti”) ad attrarre questi lavoratori.

A livello regionale, il 23 per cento degli Ucraini risiede in Lombardia, segue la Campania con il 17,4 per cento e l’Emilia Romagna (14,1 per cento).

Ma se consideriamo l’incidenza sul totale stranieri residenti, la comunità in Campania è decisamente notevole, visto che in questa area il 16,5 per cento degli stranieri ha cittadinanza ucraina. Tutte le regioni hanno una maggiore prevalenza femminile.

La Provincia di Napoli presenta la più alta numerosità di cittadini ucraini (22 mila), seguita da Milano (19,6 mila) e Roma (19,6 mila).

Napoli si conferma anche come la città in cui l’incidenza di questa popolazione è maggiore rispetto alla presenza straniera in provincia (17,2 per cento), seguita da Caserta (16,8 per cento) e Salerno (15,0 per cento).

La mappa per provincia della distribuzione della popolazione Ucraina in Italia, evidenzia come, in tre provincie – Napoli, Milano e Roma – siano concentrati il 26 per cento di tutti i residenti con cittadinanza ucraina in Italia (61 mila).

Nella maggior parte dei casi questi cittadini hanno un permesso di lungo periodo (78 per cento): si tratta, quindi, di una popolazione stabile in Italia.

Infatti, solo 2 Ucraini su 10 hanno un permesso in scadenza. Gli ingressi nel 2020 sono stati oltre 3 mila, valore dimezzato rispetto agli anni precedenti, probabilmente a causa della pandemia covid.

Il motivo principale degli ingressi resta il ricongiungimento familiare, solo nel 12,6 per cento dei casi il permesso è lavorativo.

I dati sull’occupazione (2019) evidenziano un tasso di occupazione totale nettamente superiore alla popolazione sia degli italiani che degli stranieri residenti.

Ad essere particolarmente elevato è il tasso di occupazione femminile, oltre 66 donne su 100 lavorano.

Mentre il tasso di occupazione del genere maschile è nettamente inferiore a quello degli altri stranieri e degli italiani. E, come già annunciato, è il settore di occupazione a portare queste differenze; il 65 per cento degli occupati ucraini in Italia trova impiego nei servizi pubblici, sociali ed alle persone.

I dati Inps relativi al 2020 riportano come l’Ucraina sia la terza nazionalità per numero di domestici in Italia. Il 14,6 per cento dei domestici è, infatti, proveniente dall’Ucraina e, fatta eccezione per l’Italia, solo la Romania ha risultati maggiori (157 mila).

È da ricordare che i romeni presenti nel nostro paese sono oltre 1 milione, circa 5 volte di più rispetto agli Ucraini. I lavoratori domestici di provenienza dall’Ucraina sono nella maggior parte dei casi “badanti”.

Un altro elemento caratterizzante per questa popolazione è l’aiuto che riescono a dare ai paesi di origine sotto forma di rimesse. Nel primo semestre 2021 hanno inviato in Ucraina 141 milioni di euro.

L’Ucraina è il decimo Paese per volume delle rimesse nel primo semestre 2021. Rapportando rimesse e popolazione, l’Ucraina ha un valore leggermente più basso della media pro-capite delle altre comunità.

Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di Domina, “la crisi ucraina di questi giorni potrà avere ripercussioni anche sul nostro Paese, vista la forte presenza di cittadini ucraini (per quasi l’80 per cento donne) e il loro ruolo nel nostro sistema di welfare e assistenza familiare. Ricordiamo che il 15 per cento dei domestici in Italia sono ucraini e nella maggior parte dei casi si occupano di assistenza”. (Redazione)

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