
Intesa Sanpaolo batte tutte le previsioni e mette a segno i migliori 9 mesi di sempre, con importanti investimenti tecnologici già realizzati e pienamente operativi.
Il gruppo guidato da Carlo Messina registra un balzo dell’85,3 per cento dell’utile netto che sale a 6,12 miliardi, grazie anche all’effetto dell’aumento dei tassi d’interesse.
Il consiglio d’amministrazione ha deciso di dare il via libera ad un acconto sul dividendo per 2,63 miliardi, praticamente raddoppiato rispetto all’anno scorso. Risultati accolti in modo positivo dalla Borsa con il titolo che ha guadagnato l’1,6 per cento a 2,56 euro.
Analizzando i numeri del conto economico si evince come la banca abbia ottenuto interessi netti pari a 10,65 miliardi (+ 65,5 per cento) e commissioni nette per 6.448 milioni di euro.
Risultati rilevanti anche per il terzo trimestre che si è chiuso con un utile di 1,9 miliardi di euro. In questo contesto le prospettive appaiono ben oltre le aspettative.
Per il 2023, infatti, il gruppo ha rivisto a rialzo le stime dell’utile netto con una previsione di oltre 7,5 miliardi. La crescita dei ricavi da interessi ha reso possibile un “deciso aumento della redditività. La stima di utile netto 2023 si colloca oltre i 7,5 miliardi e per i due anni successivi sarà superiore a quest’anno“, afferma il ceo Carlo Messina.
Un quadro complessivo che rende felici gli azionisti di Intesa, tra cui le fondazioni bancarie sempre impegnate sul fronte del supporto al sociale.
I dividendi maturati sono pari a 4,3 miliardi di euro, dei quali 2,6 miliardi saranno pagati il 22 novembre come acconto. In particolare l’acconto è pressoché raddoppiato rispetto al 2022 salendo da 7,38 a 14,40 centesimi di euro, importo che corrisponde a un rendimento (dividend yield) pari al 5,7 per cento.
La “nostra banca – prosegue Messina – risulta la prima in Europa quanto a dividend yield”. Nei primi 9 mesi dell’anno si è ridotta ulteriormente l’esposizione verso Russia, scesa sotto lo 0,2 per cento dei crediti a clientela complessivi del gruppo.
Accelera il percorso per la trasformazione digitale che, grazie alle nuove tecnologie, porterà un contributo aggiuntivo di oltre 500 milioni di euro non previsti nel piano d’impresa.
In questo contesto si inserisce Isybank, la banca digitale di Intesa Sanpaolo, che è completamente operativa, e sulla quale recentemente l’Antitrust ha avviato una istruttoria sulla migrazione dei clienti. Attualmente c’è stata la “migrazione di circa 300mila clienti, con un indice di soddisfazione assai elevato, così come è positiva l’adesione a Isybank di oltre 50mila clienti provenienti da altre banche“, evidenzia il top manager di Intesa.
Anche su questo punto “abbiamo fatto – aggiunge – un lavoro unico con ottimi risultati e dei 300mila migrati solo 1.500 hanno chiesto di tornare a Intesa Sanpaolo“.
Altro pilastro su cui agisce il gruppo è quello della sostenibilità. Recentemente Intesa Sanpaolo ha annunciato un impegno di 1,5 miliardi per sostenere il sociale entro il 2027 – in aggiunta al miliardo del periodo 2018 – 2021.
A garanzia di questi impegni, grazie alla visione di chi ha creato e plasmato il gruppo, in particolare il presidente emerito Giovanni Bazoli, nasce una nuova unità organizzativa che si chiamerà Intesa Sanpaolo per il Sociale e che avrà sede a Brescia vedi Intesa Sanpaolo svolta sul sociale.
Grande attenzione anche verso il personale del gruppo, con la conferma di procedere con l’aumento richiesto di 435 euro mensili per il 2024 e con l’intenzione di anticipare entro la fine del 2023 gli “incrementi retributivi sul quarto trimestre dell’anno, procedendo anche al ripristino della base piena di calcolo del Tfr, in attesa degli esiti della contrattazione nazionale di settore“, conclude Messina. (Redazione)