
Il 5G non è solo una 4G più veloce, ma una infrastruttura con potenzialità enormi che fanno parlare già di nuovo Web. Questo comincia a scuotere il mondo politico. Il ministro competente Stefano Patuanelli pochi giorni fa ha dichiarato che “non si può sventolare la bandiera del libero mercato con una mano e quella del protezionismo con l’altra“.
E dal canto suo il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha ricordato che le scelte per realizzare le infrastrutture di rete 5G “vanno valutate con attenzione” mettendo l’accento sul fatto che la questione va affrontata “con ancora più determinazione perchè attiene alla sicurezza nazionale“.
A dividere è l’ingresso di Huawei – colosso cinese del settore – nella rete italiana. Il recente decreto che circoscrive il perimetro della sicurezza cibernetica ha reso chiaro quale siano i rischi legati alla nuova tecnologia ma, evidentemente, sono le grandi potenzialità a dividere chi vuole avvantaggiarsi di una opzione e chi di un’altra.
Un recente dossier preparato dall’amministrazione comunale diceva che la “realizzazione di una infrastruttura di rete 5G nell’area metropolitana di Palermo può rappresentare un importante fattore di sviluppo per il territorio, in grado di abilitare la creazione di servizi innovativi gestiti non solo dagli operatori di rete tradizionali, ma anche e soprattutto da un eco-sistema di nuove aziende che operano nel digitale”.
Il documento era stato preparato in occasione della visita del presidente cinese Xi Jinping nella capitale della Sicilia. E in effetti la Cina è non solo un interlocutore del nostro Paese, ma anche una presenza molto rilevante in Sicilia con numeri particolarmente significativi a Palermo. (Sergio Scialabba)
vedi
Un recinto garantirà la sicurezza cibernetica
I cinesi cominciano a valutare il dossier 5G