
Ancora oggi in Italia il fumo resta la prima causa evitabile di morti premature e di malattie respiratorie, cardiovascolari, oncologiche. Si attribuiscono all’uso di tabacco circa 90mila vittime ogni anno, in un quarto dei casi si tratta di donne e uomini con meno di 65 anni.
Solo considerando i decessi per tumore, almeno 43mila persone l’anno perdono la vita per malattie oncologiche riconducibili al fumo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica la Giornata Senza Tabacco 2021 fissata il 31 maggio al sostegno per chi vuole smettere di fumare.
In Italia secondo l’indagine Passi 2014-2017, il 35 per cento dei fumatori ha provato a smettere almeno una volta. Le chance di riuscita sono ancora poche (il 10 per cento è rimasto lontano dal fumo per almeno sei mesi), con profonde disuguaglianze fra condizioni socioeconomiche e aree di residenza.
L’opportunità di smettere di fumare non è ancora un diritto garantito a tutti i cittadini. Il costo umano è drammatico, quello sociale ed economico è altissimo: si calcolano almeno 26 miliardi di euro fra costi diretti e indiretti.
In questo contesto la Fondazione Umberto Veronesi, con il suo Comitato Scientifico di lotta al fumo rinnova l’appello per un aumento significativo del prezzo dei pacchetti di sigarette, del tabacco sciolto, dei dispositivi a tabacco riscaldato, attraverso l’incremento delle accise e annuncia una serie di iniziative per promuovere il confronto sul piano scientifico, tecnico e politico su un tema cruciale ma spesso misconosciuto.
In particolare, verrà presentata venerdì 21 maggio una petizione al Parlamento per l’aumento delle accise su sigarette, tabacco sciolto e riscaldato. È una misura necessaria e urgente per mitigare l’impatto delle malattie fumo-correlate, disincentivare l’avvicinamento ai prodotti contenenti tabacco e mobilizzare le risorse necessarie a rispondere alle necessità dei fumatori e dei malati. (Redazione)
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Smettere di fumare: questa è la volta buona