Dopo il coronavirus cresce la popolarità del lascito solidale

ph Aaron Burden on Unsplash

L’emergenza coronavirus ha cambiato molte cose, tra queste anche la propensione degli italiani verso il testamento e il lascito solidale.

Lo rivela l’ultima ricerca su Gli italiani e la solidarietà dopo il coronavirus, diffusa in occasione della Giornata Internazionale del Lascito Solidale  del 13 settembre e condotta nell’ultima settimana di giugno 2020 da Walden Lab per il Comitato Testamento Solidale, di cui fanno parte 22 organizzazioni no profit – ActionAid, Ail, Aism, Associazione Luca Coscioni, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, Cbm, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Fondazione Cenci Bolognetti, Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Mission Bambini, Progetto Arca, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma, Uici e Vidas – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato.

L’indagine, che ha coinvolto un campione di mille casi rappresentativo dei circa 40 milioni di italiani di età compresa tra i 25 e i 75 anni, mostra che tra gli over 50,  l’11 per cento dichiara di aver pensato a un lascito solidale in seguito all’emergenza covid-19, e sono 2 su 10 gli over 50 che hanno fatto o sono propensi a fare un lascito solidale in favore di un’organizzazione no profit, un totale di quasi 5 milioni e mezzo di persone.

L’incremento rispetto al passato è importante: nel 2018 la percentuale di chi prendeva in considerazione l’idea di un lascito solidale era inferiore di ben 8 punti, al 12 per cento. Come dire: la pandemia ha cambiato la nostra visione della vita, ma non in peggio, visto che aumenta l’attitudine a pensare al futuro “degli altri”. Parallelamente cresce in modo significativo la percentuale di chi dichiara di avere fatto testamento o di essere orientato a farlo: in 4 anni (dal 2016) si è passati dal 13 per cento al 21 per cento.

Il 72 per cento della popolazione italiana adulta (25-75 anni) sa cosa sia un lascito solidale. Tra gli over 50, il segmento di popolazione più orientato all’idea di fare testamento, la crescita è molto netta: nel 2020 ha raggiunto l’80 per cento (nel 2016 la conoscenza del lascito era pari al 55% e nel 2018 al 58 per cento), segno evidente dell’efficacia delle campagne portate avanti in questi ultimi anni dalle principali Onp e dal Comitato Testamento Solidale per colmare il gap culturale registrato nelle precedenti indagini.

Peraltro la ricerca ribalta l’immaginario di una terza età distante dalla tecnologia e dalla rete mostrando una popolazione silver sempre più a suo agio con il web. Infatti, se aumenta la percentuale di quanti si dichiarano interessati a ricevere informazioni sul lascito solidale (un balzo di ben 6 punti rispetto al 2016 – dal 30 per cento al 36 per cento), internet e i siti delle organizzazioni risultano i canali più graditi per saperne di più (14 per cento, contro il 7 per cento del 2016), seguiti da email e newsletter (14 per cento, contro il 5 per cento del 2016).

La comunicazione cartacea, un tempo in cima alle preferenze, risulta fanalino di coda, in nettissimo calo rispetto al 2016 (passa dal 13 al 6 per cento). Ma c’è anche un solido 8 per cento che si affida al notaio e al commercialista (era il 5 per cento quattro anni fa).

Il lascito dunque è un aspetto di una più generale tendenza: l’emergenza covid-19 ha spinto in alto la generosità degli italiani e il loro senso di solidarietà verso il prossimo. Sono più di 6 su 10 coloro che  dichiarano di essere stati – almeno una volta nella vita – donatori o sostenitori di cause benefiche; nel corso del 2019, il 21 per cento ha donato a una Onp per una causa solidale, mentre nel primo semestre del 2020 la percentuale raggiunge il 28 per cento, con un incremento di ben 7 punti.

A trainare le donazioni, ça va sans dire, le donazioni in favore di cause legate all’emergenza sanitaria: i tre quarti dei donatori (il 21 per cento, pari al 77 per cento dei donatori nel 2020) dichiarano infatti di avere donato per sostenere la Protezione Civile ed altri enti coinvolti nelle risposte all’emergenza sanitaria. Anche la donazione media aumenta lievemente, dato anche questo in controtendenza rispetto agli ultimi anni: da 70 euro nel 2018 arriva a 77 euro del 2020.

In generale, tra chi ha donato negli ultimi 2 anni, la ricerca medico-scientifica e l’aiuto alle persone indigenti in Italia aprono la classifica, ma anche le cause “globali” continuano a smuovere la generosità degli italiani: emergenze umanitarie, aiuti contro fame e povertà e adozioni a distanza resistono, a dimostrazione del fatto che gli italiani, nonostante la crisi, continuano anche a interessarsi a ciò che avviene fuori dai confini nazionali. Figurano tra le cause più amate anche la protezione dell’ambiente e degli animali. 

Nel momento della crisi, il Terzo settore ha un ruolo chiave a supporto dell’emergenza socio-sanitaria: 65 su 100 pensano che le organizzazioni del no profit abbiano fatto e stiano facendo molto, e sono pochi di più (69 su 100) coloro che credono che potrebbero fare di più, con un differenziale minimo fra attualità e potenzialità. Anche le PMI sono percepite come attori sociali importanti per la ripresa: il 55% degli intervistati pensa che abbiano fatto bene la loro parte, il 68% è convinto che possano ancora giocare un ruolo decisivo.

Il Comitato Testamento Solidale, coordinamento di 22 tra le più importanti organizzazioni attive in Italia nel Terzo Settore –- ha lo scopo di promuovere la cultura e i valori del lascito solidale in Italia.

Accedendo al sito è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzate dalle associazioni non profit e scaricare la guida ai lasciti solidali che offre informazioni ampie e dettagliate sull’argomento. (Redazione)

 

 

 

 

 

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