
«Un disastro ambientale enorme»: così è stata definita l’onda nera che domenica ha interessato il fiume Nocella a Terrasini, presso la Baia San Cataldo. In pochi minuti gli attivisti dell’Associazione San Cataldo baia della legalità hanno assistito ad una scena apocalittica: prima un forte suono, un boato e, poi, l’inferno con un’ondata di melma, scura e malodorante, che, dalla foce del Nocella, durante l’acquazzone abbattutosi in zona, si riversa sulla baia. Qualche istante e quello che fino ad un momento prima era un tranquillo corso d’acqua si trasforma in un fiume di rifiuti e plastica, trascinando con sé morte e distruzione. Centinaia di pesci, boccheggianti per la mancanza di ossigeno, in una corsa disperata e impazzita, saltano dall’acqua rigirandosi fino a morire a pancia in su sulle pietre. Uno scenario dell’orrore, una tragedia annunciata, registrata dai volontari dell’associazione che, da anni, denunciano l’incuria delle istituzioni sugli sversamenti fognari e lo spandimento di rifiuti da parte, pare, di aziende vinicole e oleari che, intercettando la foce del fiume, lungo il tratto che attraversa i Comuni di Montelepre, Giardinello, Terrasini, Balestrate e Partinico, vi riversano materiali e sostanze che andrebbero smaltiti secondo particolari procedure e in strutture specifiche.
Sul tratto di spiaggia del Nocella, come altre aree dell’ hinterland, vige da anni il divieto di balneazione anche a seguito dei risultati dei numerosi rilievi e analisi effettuate dall’Arpa che non più tardi di luglio aveva segnalato la spiaggia come “fortemente inquinata”. Una situazione perpetrata da anni che ha spinto, lo scorso anno, alla stipula di un protocollo dei comuni coinvolti per l’istituzione di apposite squadre di controllo ambientale e monitoraggio, soprattutto del Nocella e del Puddastri (che coinfluiscono direttamente o indirettamente su San Cataldo) e banche dati in tema di politiche ambientali, atte a sollecitare gli enti competenti ad effettuare regolari controlli anche in collaborazione con le associazioni attive nel territorio per la tutela delle risorse naturali.
«Quello che rimane dell’orrore consumatosi domenica sono sacche di gas che esplodono dal fondale del fiume, lasciando emergere i depositi melmosi» scrivono dal Comitato Baia della legalità San Cataldo che chiede un serio e pronto intervento del Ministero dell’Ambiente su una situazione già compromessa che rischia, in prospettiva, di provocare danni ancora maggiori.
«Questo è un reato ambientale – dichiara Eva Deak, consigliera comunale e attivista storica – è da tanto tempo che si perpetra senza che nessuno intervenga. Come sempre ho segnalato tutto all’Arpa, alla Procura, ai Carabinieri, al prefetto, non so più cosa fare. Niente si muove, c’è poco da fare. Apprendo – continua – che il Ministro Costa ha chiamato la guardia costiera di Terrasini e ha chiesto una relazione in merito agli avvenimenti sul Nocella. Buone notizie, bisogna mantenere alta l’attenzione! Chissà che non sia la volta buona».
Una prima risposta arriva dal deputato regionale Luigi Sunseri che, a nome di politica e istituzioni, dichiara: «Capisco la rabbia, e la condivido. Ma oltre a promettere il massimo impegno non ho altri strumenti nelle mani. Mi auguro si possa trovare una soluzione, nel frattempo seguirò il procedimento». Martedì la prima seduta del tavolo tecnico indetto dal primo cittadino terrasinese, Giosuè Maniaci, svoltosi a Partinico, e che ha visto essere chiamati in causa i colleghi di Terrasini, Partinico, Balestrate, Trappeto, Montelepre e Giardinello. (Carmela Corso)