Disagio psicologico è giovanile

ph David Sager on Unsplash

I giovani della Generazione Z (75 per cento, con punte addirittura dell’81 per cento nel caso delle donne) soffrono di problemi psicologici. È questa la drammatica fotografia scattata dall’INC Non Profit Lab, il laboratorio dedicato al Terzo Settore di INC – PR Agency Content First, attraverso la ricerca L’era del Disagio (1001 interviste CAWI a un campione di 18 – 75enni residenti in Italia rappresentativo della popolazione italiana) realizzata, in collaborazione con AstraRicerche, tra gli italiani e le organizzazioni Non Profit con il patrocinio di Rai Per la Sostenibilità – ESG e presentata in viale Mazzini nella giornata della salute mentale.

Il 10,8 per cento dei teenager (Generazione Z) assume psicofarmaci senza ricetta medica. La letteratura scientifica ci dice che il 62,5 per cento delle patologie mentali insorge prima dei 25 anni. Per questa ragione parlare di disagio e di disagio giovanile – come conferma questa seconda ricerca dell’INC Non Profit Lab – è praticamente la stessa cosa.

In un suo recente Rapporto l’Istat ha certificato che nel 2021 il 6,2 per cento (l’anno prima erano il 3,2 per cento) dei ragazzi tra 14 e 19 anni, oltre 220 mila giovani, erano insoddisfatti della propria vita e vivevano una condizione di cattiva salute mentale.

Non bisogna, quindi, stupirsi del fatto che nel nostro Paese il 10,8 per cento dei ragazzi di età compresa tra 15 e 24 anni assumono psicofarmaci senza una prescrizione medica, come viene confermato anche nella ricerca di INC Non Profit Lab: lo fanno per dormire, per dimagrire, per essere più performanti negli studi (una sfida che preoccupa e inquieta molti giovani).

Se stringiamo l’attenzione sugli studenti, la percentuale di quanti cercano un “aiutino” negli psicofarmaci lievita fino a oltre il 18 per cento del totale. Parliamo di una generazione che rifiuta lo stigma sociale e su Tik Tok pubblica voti e classifiche sulla “efficacia” dei medicinali, parlando senza remore del proprio disagio psicologico davanti a milioni di estranei.

Ma forse qualcosa è ancora possibile per affrontare una situazione così difficile dal punto di vista personale e sociale. Il 47,2 per cento degli italiani pensa che si possa restituire dignità al lavoro mettendolo meglio in equilibrio con le istanze della vita personale, mentre il 47 per cento chiede che venga favorito l’accesso (anche con bonus economici) ai servizi di assistenza psicologica, di cui così tanti hanno bisogno.

E poi ci sono altre cose che, secondo gli italiani, si possono mettere in campo per migliorare la conoscenza e la sensibilità su questi temi: promuovere la ricerca scientifica sulla salute mentale (36,7 per cento), aumentare la sensibilizzazione per combattere lo stigma sociale sul tema (36,4 per cento), migliorare l’accesso all’istruzione dei giovani, per dare loro più fiducia in sé stessi (30,2 per cento). (Redazione)

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