
Proprietà della famiglia Rocca e Zappata, bellissima, come del resto la tutta la zona, celebre per la vegetazione e il clima, poi degradata e, infine, destinata a un campo Rom che occupava parecchi ettari del Parco della Favorita, oggi l’area Case Rocca è in completo stato di abbandono.
A fine luglio 2018 (il governo Conte I con ministro dell’Interno Matteo Salvini si era insediato da meno di 2 mesi ndr) con una ordinanza contingibile e urgente il sindaco Leoluca Orlando aveva sgomberato l’area e tracciato una road map per la sua riqualificazione, rimasta lettera morta.
Ad innescare questo processo, ancorchè incompiuto, era stato il sequestro della magistratura, avvenuto da poco. Sicurezza pubblica, igiene e incolumità delle persone a dare vita al provvedimento. Ma, meno di un mese prima, la stessa magistratura aveva rilevato connessioni tra mafie balcaniche e criminalità cittadina. Una mera successione temporale?
Il Comune aveva promesso l’impegno del settore risorse immobiliari per l’accoglienza temporanea, attivato gli uffici preposti che avrebbero dovuto assegnare spazi ai profughi.
Coime, Rap, Reset, Amg e Amap come un sol uomo ad occuparsi della bonifica. Ma poi nessun progetto, erba alta e abbandono. Vero è che, nel frattempo, c’è una nuova amministrazione che sembra, però, non avere manifestato segnali diversi rispetto al conclamato immobilismo del passato.
A suo tempo avevamo lamentato la presenza di un campo senza allacci fognari in un posto pieno di falde acquifere sottostanti e dove insistono i presidi ospedalieri di Villa Sofia e del Cto.
Sottolineando come occorresse trovare per i Rom una exit strategy che tenesse conto di cultura dei diritti e integrazione sociale ma restituendo alla città quello che le spetta. (Sergio Scialabba)
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