
Dilaga la protesta nelle carceri italiane. A Modena la situazione peggiore dove ci sono stati dei morti, ma l’emergenza nell’emergenza riguarda il sistema italiano nel suo complesso, da Milano a Enna. L’epidemia da coronavirus è solo il detonatore di una situazione che era già esplosiva, e conferma come il virus colpisce le persone più deboli e fragili dal punto di vista sanitario, ma anche quelle più esposte da quello sociale o morale.
Sono le rigorose misure adottate da governo per contenere la diffusione del Covid-19 dietro le sbarre a scatenare questo inferno. Nel pomeriggio del 9 marzo i parenti dei detenuti di Pagliarelli hanno protestato in viale Regione Siciliana, di fronte al cordone della polizia, con slogan e striscioni. La situazione è, ormai, incandescente e, proprio a Pagliarelli, è stato annunciato uno sciopero della fame.
Proteste dello stesso tenore anche nel carcere dell’Ucciardone, persino un tentativo di evasione bloccato. La richiesta è sintetizzabile in una parola: “libertà”. Ma, in alternativa, viene chiesto un provvedimento che renda meno pesante la condizione negli istituti penitenziari, già provati da sovraffollamento e disagi di ogni genere. Problemi tante volte indicati dal garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. (Redazione)
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