
L’economia circolare di Amorim Cork Italia è arrivata al Padiglione Venezia, alla 17esima Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia.
Il concetto alla base di Suber, progetto di design sostenibile, ottenuto dalla granina dei tappi in sughero, raccolti e riciclati, è il medesimo che ha ispirato l’ingegno dell’architetto Michele De Lucchi e il suo studio, Amdl Circle, nella creazione di Susta, sgabello appositamente disegnato per la mostra Sapere come usare il Sapere.
La mostra nasce dalla volontà di trovare nuove e costruttive soluzioni dopo la pandemia in cui protagonista principale è proprio De Lucchi, con le sue Education Stations, edifici per l’apprendimento che nascono da una riflessione sul ruolo educativo dell’ambiente.
Attraverso le interazioni delle persone con gli spazi, gli oggetti e le atmosfere, si aspira a creare un’armonia psicologica e relazionale che sia il più appagante possibile e che favorisca la crescita dell’individuo e delle comunità.
D’altronde, possiamo avere tutta la sapienza del mondo a disposizione, ma se non siamo attratti al suo uso e non impariamo a gestirla nel modo migliore, tutto è sprecato. Oggi non basta sapere, ma serve sapere come usare il sapere. E dove ricercarlo.
“L’esposizione del Padiglione Venezia – afferma la curatrice Giovanna Zabotti – nasce da un progetto costruito in comunità, una comunità che ha saputo lavorare in armonia.
Partendo dall’educazione, che è il filo conduttore del percorso espositivo, il mio compito è stato quello di mettere insieme connessioni tra saperi, eccellenze, e personalità differenti per riuscire a rappresentare cosa possono essere questi nuovi luoghi da cui ripartire a vivere insieme“.
“Amorim Cork Italia – afferma Carlos Veloso dos Santos, a.d. dell’azienda – è particolarmente onorata di questo coinvolgimento. Sapere che un progetto come quello di recupero del sughero che da sempre, per noi, significa dare nuova vita a un prezioso dono della natura, trova qui ri-generazione è una grande emozione.
Si riparte da qui, dal sapere e dal suo uso ragionato, motivato, sostenibile. Grazie all’architetto De Lucchi per questa opportunità condivisa“.
Susta è, così, una creazione nella ri-creazione: interamente realizzato con gli scarti del sughero, scelto per la sua leggerezza e biodegradabilità, deriva dal dialetto veneziano in cui significa molla.
Si rievoca, così, rapidamente la forma giocosa di un soffietto, evocativa dell’elasticità e dell’elevata resilienza del materiale.
Un’espressione di come il futuro (e con esso una nuova normalità) possa essere ispirato proprio dalle radici in cui affonda la quercia da sughero, matrice assoluta e simbolo stesso di Madre Terra. (Redazione)
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