Americani top spender in Italia

ph Sean Foster on Unsplash

L’Osservatorio Confimprese-Ey sui consumi analizza i dati di agosto 2022 vs agosto 2021 ed evidenzia un netto miglioramento del totale mercato, che chiude a +9,8 per cento il mese più positivo dalla fine delle restrizioni.

I buoni risultati sono dovuti alla ripresa del turismo, soprattutto dei turisti americani considerati top spender nel nostro Paese, e a un generale ritorno al consumo.

In Sicilia il mese di agosto 2022 chiude a +6 per cento rispetto ad agosto 2021, con la provincia di Palermo a +5,2 per cento e la città di Palermo a +6,6 per cento.

La provincia di Catania chiude il mese a +15,1 per cento. Il territorio etneo ha ancora potenzialità da esprimere. E’ considerato particolarmente strategico, infatti, dopo la valutazione dell’aeroporto Fontanarossa, primo in Italia per traffico nazionale.

Nei settori merceologici la ristorazione traina la ripresa con + 20,3 per cento su agosto 2021. Positivi anche abbigliamento-accessori a + 5,7 per cento e altro non food che sfiora il + 5 per cento.

Nei canali di vendita, i dati rispecchiano la forte impennata del turismo nel mese di agosto 22 vs agosto 21 con il travel in costante ripresa a +40,8 per cento.

Bene anche le high street a +12,8 per cento, in flessione rispetto ai mesi precedenti altre località (aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia) che chiudono a +6,6 per cento.

Nelle aree geografiche si segnala la buona performance del Centro con +14 per cento, seguito da Nord-Ovest +9,7 per cento e Nord-Est + 9,5 per cento. Fanalino di coda il Sud che chiude a +6,4 per cento, comunque quasi a livelli pre-covid.

Nelle regioni e città si registrano i medesimi andamenti delle aree geografiche.

Il turismo italiano e straniero ha privilegiato le mete che coniugano arte e villeggiatura.

Lazio e Toscana sono le meglio performanti e chiudono entrambe agosto 2022 vs agosto 2021 a +15,9 per cento. Firenze si riprende lo scettro di migliore città con una crescita del +39,3 per cento.

Il mese di agosto chiude con una crescita a due cifre verso il 2021 disprezzata – afferma Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimprese – e regala una nota positiva in uno scenario peraltro complesso.

Non bisogna invece farsi ingannare dal progressivo annuo a +28,1 per cento poiché tale dato integra le performance dei primi 5 mesi dell’anno (+53,4 per cento) che nel 2021 avevano sofferto per le restrizioni legate alla pandemia.

In realtà nei mesi comparabili, a partire quindi da giugno, le performance mostrano sì una crescita ma solo a un mid digit (+5,4 per cento) che comunque, nel contesto geopolitico attuale, non va.

Il trend è, dunque, positivo, si avanza rispetto allo scorso anno con una progressione mese dopo mese. Il consumo, almeno fino a oggi, non manca, ma l’attenzione si sposta sui costi di gestione, in particolare affitti ed energia, e sui prossimi mesi, che saranno cruciali per l’impatto inflattivo sul potere di spesa dei consumatori“.

Con le elezioni alle porte, i problemi energivori e l’inflazione che continua a salire, dunque, è necessario attendere i prossimi mesi per potere tracciare un quadro dell’evoluzione dei consumi.

Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di Ey in Italia, commenta: “I consumi degli italiani durante il mese di agosto 2022 sono stati molto positivi in termini di fatturato rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, con un andamento positivo del + 9,8 per cento che porta il confronto sul progressivo anno al +28 per cento.

Significativo è il trend che conferma la ristorazione tra i settori più dinamici, insieme alla ripresa delle città turistiche. Inoltre, il dettaglio dei format di vendita ci conferma che, con le restrizioni sanitarie alle spalle, gli italiani hanno finalmente ripreso a frequentare i luoghi classici dello shopping, come i centri città (cresciuti ad agosto 2022 del +15 per cento rispetto ad agosto 2021) e i centri commerciali (che registrano una crescita del +13 per cento ad agosto 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente).

Questi dati mostrano quindi un forte decremento degli effetti della pandemia e una stagione estiva spinta verso livelli di normalità. Cruciale resta però la reazione agli effetti inflattivi, all’efficienza operativa e alla definizione dei prezzi, per non perdere volumi impattando sulla propensione al consumo“. (Redazione)

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