
Giovanni Testori nacque nel 1923 nella periferia milanese e dichiarò di non potere trovare ispirazione se non in quel luogo.
La sua straordinaria attività spaziò dalla pittura alla critica d’arte e letteraria, dal giornalismo alla drammaturgia. Scrisse, insieme con Renata Cipriani, le schede per il catalogo de I pittori della realtà in Lombardia. Allestì, a Palazzo Madama a Torino e all’Olivetti di Ivrea, la Mostra del Manierismo piemontese e lombardo del Seicento.
Per i pittori operanti tra Lombardia e Piemonte negli anni di Carlo e Federico Borromeo Testori conierà il fortunato epiteto di pestanti, in virtù delle epidemie di peste che incombono sul territorio del Ducato milanese tra il 1576 e il 1630. Collaborò alla prima grande mostra monografica dedicata a Gaudenzio Ferrari, al Museo Borgogna di Vercelli.
Nel saggio in catalogo, Gaudenzio e il Sacro Monte, Testori rivaluta il ruolo dell’artista valsesiano. Di contro sta il tormento, esistenziale e amoroso, dei ragazzi e delle figure dipinte da Tanzio da Varallo, frutto più maturo dell’amato territorio valsesiano, protagonista di un’altra esposizione monografica curata interamente da Testori, a Torino nel 1959 e a Varallo Sesia l’anno successivo.
Nel 1958, grazie all’interessamento di Anna Banti, esce nella Biblioteca di letteratura di Feltrinelli, diretta da Giorgio Bassani, Il ponte della Ghisolfa, la prima raccolta di racconti del ciclo I segreti di Milano come aiuta a ricostruire Wikipedia. (Redazione)
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